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10 giugno 2008

8 GIUGNO: CONTRO OGNI RAZZISMO. Manifestazione di solidarierà Rom e Sinti

Tutti credono che Rom siano solo stranieri. Non è vero!
L’80% dei Rom e Sinti che vivono in Italia sono cittadini italiani.
Tutti credono che i Rom sono nomadi. Non è vero!
La maggior parte di quelli presenti sul territorio italiano sono sedentari.
Tutti credono che il campo nomadi è la soluzione ideale. Non è vero!
I rom arrivati in Italia nei loro paesi di origine avevano le case, il campo non è un tratto culturale della popolazione romanì, ma un’imposizione dovuta alla non conoscenza.
Tutti credono che zingaro sia il nome di questo popolo. Non è vero!
Infatti il termine corretto è Rom.
Occorre far rispettare le convenzioni internazionali nei confronti dei Rom, il 70% degli italiani sono razzisti nei confronti dei Rom, la carta dei diritti dell’uomo in Italia per i Rom non vale. Non abbiamo nulla se non il nostro coraggio!!
Dopo l'ultimo delitto crudele della mistificazione e della calcolata disinformazione non si può più restare in silenzio, occorre agire, questo silenzio è assordante e colpevole.L'8 Giugno le Associazioni Rom e Sinte in Italia e le associazioni di volontariato, gli artisti, gli intellettuali e le persone di buon senso organizzano a Roma un corteo di protesta civile.

28 maggio 2008

26 MAGGIO. Manifestazione al Pigneto. CONTRO OGNI VIOLENZA E DISCRIMINAZIONE

Manifestazione unitaria della popolazione del Pigneto e di tutti i cittadini antirazzisti di Roma dopo l'aggressione di chiaro stampo fascista ad alcuni commercianti bengalesi del quartiere. Erano presenti circa 2000 persone di diverse provenienze: africani, asiatici ed italiani uniti contro la violenza e la discriminazione per difendere la pacifica e costruttiva convivenza di cittadini provenienti da tutto il mondo che fa del quartiere del Pigneto un esempio per la tutta la città.

06 maggio 2008

5 Maggio. Manifestazione degli immigrati romani: CASA LAVORO PERMESSO DI SOGGIORNO !

Gli immigrati sono i primi a scendere in piazza a Roma dopo l'insediamento del sindaco Alemanno e la vittoria della destra alle elezioni politiche.
Chiedono casa, lavoro e diritto di soggiorno, per tutti.
La manifestazione vede come sempre una folta rappresentanza della comunità bangladese, ma questa volta al corteo sono presenti anche gli immigrati e le immigrate che lottano per il diritto alla casa. Durante il corte parlano i rappresentanti di comunità e associazioni colombiane, rumene, italiane e del Bangladesh.
Tutti rivendicano il diritto di essere considerati per ciò che sono: lavoratori e a non essere più giudicati secondo i luoghi comuni che li dipingono come delinquenti, tanto rincorsi dalla politica in questa ultima campagna elettorale e dai mass media ormai da troppo tempo.

11 aprile 2007

Mannan vive nel nostro cuore. Siamo tutti fratelli e sorelle di Mannan.

Ringraziamo per le foto Nino Russo
Roma, Piazza Marranella, quartiere di Tor Pignattara, manifestazione delle comunità immigrate per ricordare Abdul Mannan.
Mannan è stato ucciso il 7 aprile 2007 perchè un uomo italiano non tollerava di vivere in palazzo di immigrati, non tollerava l'idea che la famiglia di Mannan avesse comprato un appartamento e portasse avanti la sua vita, così vicino a lui. Giannetto Mazza, l'assassino, è un uomo sfortunato, ha avuto la poliomielite ed è rimasto zoppo, è un uomo violento, ha già ucciso, ha la passione per armi e la polizia anni fa gli ha trovato un arsenale in casa. Le autorità erano al corrente delle le tensioni tra vicini. Sarebbe bastata una maggiore considerazione di questi fatti per evitare la morte di Mannan.
Dopo l'omicidio, Giannetto Mazza è fuggito, arma in pugno, lasciando un morto a terra e il terrore tra i famigliari di Mannan. Le forze dell'ordine non hanno garantito protezione alla famiglia neanche in questa circostanza. Prima che l'assassino fosse catturato li hanno lasciati soli, a proteggerli sono rimasti i membri della comunità bengalese che in piena notte li hanno portati via, in un posto più sicuro.
Nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire alla moglie di Mannan che suo marito non c'è più, che non respira più. Le hanno parlato di un problema al cuore, di un ricovero in ospedale e ancora oggi lei crede che lo riabbraccerà.
Tor Pignattara è tornata a vivere con gli immigrati, con i loro bambini. Bambini nati in Italia, che parlano perfettamente italiano, che tifano per la Roma o la Lazio, ma che non sono cittadini italiani, per la legge. Tor Pignattara rivendica la sua capacità di convivenza costruita da sempre: qui, da più di 50 anni, ha trovato casa chi è veniva a cercare lavoro dal Sud, d'Italia o del Mondo. Questo è un quartiere popolare, dove lo stipendio non basta ad arrivare alla fine del mese ai bengalesi come agli italiani, ai cinesi come agli indiani. Eppure anche qui ha fatto breccia il razzismo. Il razzismo, arma che divide, si può innescare: è solo questione di tempo e ci sarà chi, più disperato, più solo, più spaventato di altri deciderà di fare del male a chi ha qualcosa di diverso da lui. L'onorevole Cossiga non ha trovato di meglio da fare il 13 marzo che inviare una "lettera aperta ai talebani" indirizzandola alla moschea di via Marranella 68, nel cuore di Tor Pignattara e la stessa moschea è stata perquisita da una decina di individui armati, volto coperto dal passamontagna, senza che nessuno esibisse un mandato. Il resto lo fa stampa, ogni giorno.
Le comunità degli immigrati vogliono che il sangue di Mannan non si perda, che il suo ricordo serva ad unire i lavoratori italiani ed immigrati, per la dignità di tutti.
Mannan vive nel nostro cuore. Siamo tutti fratelli e sorelle di Mannan.

20 gennaio 2007

Siamo tutti figli di Mery Begun

Roma, quartiere Esquilino: manifestazione per il diritto alla casa dopo la morte di Mery Begun e del figlio Hasib nell'incendio della loro abitazione


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